giovedì 31 luglio 2008

Per comunicare bene...

Cari,

ve lo dono così: a me è piaciuto tantissimo!

Ciao. Giò


UN VADEMECUM PER CHI SCRIVE

A sostenere gli inizi del movimento è stata soprattutto la circolazione epistolare fra tutti di notizie, fatti e realtà spirituali. Tuttora - fra gli altri mezzi che lo sviluppo della tecnologia offre - la corrispondenza rimane uno strumento molto efficace per comunicare personalmente con gli altri e alimentare questa comunione. Chiara ne ha parlato in varie occasioni a Luisetta e alle altre incaricate della segreteria. Ecco alcuni appunti di una sua conversazione del gennaio 1979, dai quali si ricava come attuare al meglio questo compito.

"Non fare mai economia di gentilezza.
Una persona che riceve una lettera deve sentirsi una signora, un signore, anche se è un poveraccio, anche se è un ammalato senza forze... Quindi non fare mai economia di amore, di cortesia, perché la carità ha tutte queste sfumature. Non esagerando, non alterando naturalmente le cose.
Bisogna trattare tutti in maniera tale che si sentano compresi, consolati; che quella lettera voglia dire, per quelli che la ricevono, che veramente è arrivato qualcosa. Tutti dovrebbero dire: È una giornata importante per me!.
Davanti ad una lettera, a una persona ci si ferma, si va a fondo, ci si fa uno. Poi si aspetta, per rispondere, il suggerimento dello Spirito Santo. Non incominciare subito a rispondere al problema, ma prenderla al largo: vedere come sta, darle notizie positive.
Anche se occorre dire qualcosa di negativo, saperlo imbottire di amore, tirando fuori prima il positivo, insomma come si parlasse alla persona. Cercare di comprenderla, perché ogni persona è irripetibile.
Non si possono fare le cose in serie.
È meglio fare una lettera bene, che vada a segno, piuttosto che farne molte. Pensare: che cosa scriverebbe Maria a quella persona, che cosa scriverebbe Gesù?
Non bisogna dare delle risposte vaghe, ma precise, esaurienti, altrimenti la persona che la riceve non si sente capita.
Immaginare di fare un colloquio privato.
La lettera è ancora di più, perché il colloquio passa, la lettera resta; e se è bella, centrata, chi la riceve la legge e la rilegge.
Se poi tornano gli stessi problemi, ha sempre la risposta, perché è lì, scritta.
Infine anche l'impaginazione sia bella, perché questo dà il senso di onorare la persona, di vedere Gesù nella persona, che così si sente qualcuno. E siccome è qualcuno perché è Gesù, noi dobbiamo metterla al suo posto, dobbiamo fare di tutto per mettere al loro posto queste persone, chiunque siano. Anzi, più poveracci sono, più non sono considerati dagli altri, più noi dobbiamo metterli al loro posto, anche i bambini, così si abituano a trattare gli altri come sono trattati loro."

Chiara Lubich

(Brano tratto da un articolo di Città Nuova)

1 commento:

Anonimo ha detto...

L'Amore dev'essere e deve passare ovunque e davvero, quando non si sa cosa dire e magari nel cuore si vuole dire tanto ma c'è tanta confusione in testa, allora, come sempre, affidiamoci allo Spirito Santo, preghiamoLo perchè sia Lui a dirci cosa scrivere e come scrivere e Lui farà di questa lettera quella lettera piena d'Amore che Dio e Chiara vogliono.
grazie del post gio! bellissimo!